Il tipo di persona che diventeremo dipende da un insieme di
fattori: educazione, ambiente, fortuna... ma sicuramente uno dei più importanti
è il fattore sociale. Aristotele pensava che l'uomo fosse un ANIMALE POLITICO,
in quanto soggetto che vive nella città e della città ha bisogno. E sappiamo
che la città non è solo una struttura fisica, ma è un insieme di individui,
cioè di altri animali come noi.
Durante la crescita, l'adolescenza dovrebbe essere il
periodo in cui affermiamo i principi che ci sono stati trasmessi, scegliamo i
nostri valori. Il periodo in cui costruiamo una miglior consapevolezza di noi
stessi e un miglior senso dell'altro. Dunque acquisiamo un senso di responsabilità,
per noi stessi e per gli altri.
Adesso immaginate per un attimo di tornare ad avere 16 anni.
Lo so, non è piacevole, vi starete immaginando un po' impacciati e pieni di
brufoli. Comunque. Siete il 16enne medio del 2012, il che, lavorando un po' di
stereotipi, equivale a dire che fate a gara a chi ha il modello di iphone più
avanzato sul bus prima di andare a scuola e il mattino seguente discutete di quanto sia stata
fica ieri la puntata di Jersey Shore. Le nuove tecnologie, i social network e la tv assorbono tutta la vostra attenzione. Pensate che il vostro ruolo sia quello di starvene buoni e
tranquilli e di non preoccuparvi di altre cose. Anzi, in realtà non pensate neanche
di avercelo un ruolo, ma improvvisamente tra qualche anno vi troverete ad
essere giovani cittadini senza nessuna consapevolezza di cosa il mondo si
aspetti da voi. Cosa dovete fare?
Pensateci. Nessuno diventa grande da solo. Com'è che si diventa dei buoni
animali politici? Io penso che qualsiasi cosa riesca a risvegliarci dalla
nostra apatia sia un passo verso l'armonia sociale. Qualsiasi cosa arricchisca
il nostro bagaglio di esperienze, allora quella ci fa crescere e aumenta la
nostra consapevolezza. Il non prendersi le proprie responsabilità, il restare
fermi a guardare possono ingenerare sensi di colpa. E rischiamo di rendercene
conto troppo tardi. Se tanti giovani non mostrano uno spiccato senso sociale,
non è solo colpa loro. Troppo spesso ci mancano dei modelli da seguire. E quando prendiamo iniziative troppo
spesso ci sentiamo schiacciati da situazioni che non dipendono da noi.
Pierpaolo Capovilla canta:
"E' colpa mia/ Se siamo diventati indifferenti/ Più
poveri, più tristi e meno intelligenti/ E' colpa mia/ Che non mi curo delle tue
speranze/ Forse perchè delle idee/ Non so più che farne/ E' colpa mia/ Non
presto mai troppa attenzione/ E' colpa mia/ Perchè non prendo posizione/ E'
colpa mia/ Mi crolla il mondo addosso e se ci penso/ Non me ne frega niente/
[...]/ Figlio mio, ci pensi? Un giorno tutto questo sarà tuo".
Per quanto mi riguarda, non è questa la musica che vorrò far
ascoltare ai miei figli. Mi piacerebbe dire loro che tutti noi insieme abbiamo cambiato qualcosa e magari l'abbiamo resa migliore.
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